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L’assurdità delle colf servizi essenziali

23/03/2020

Apprendiamo dall’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che le colf svolgono un servizio essenziale e di prima necessità, tale da dover essere garantito anche nell’attuale situazione di emergenza, con buona parte del paese costretta a casa.

Se certamente nella categoria dei servizi essenziali possiamo comprendere le badanti che prestano assistenza a persone non autosufficienti, attività peraltro generalmente svolta in regime di convivenza, quindi la cui prosecuzione non comporta nessun aumento del rischio per lavoratore e datore di lavoro, ben diverso il discorso delle colf.

E’ noto come buona parte delle lavoratrici domestiche lavorino spesso per più datori di lavoro, dovendo quindi moltiplicare i propri spostamenti da un posto di lavoro all’altro e prestano la loro attività dentro le case dei datori di lavoro, in questi giorni generalmente affollate di figli che non vanno a scuola e genitori che non possono lavorare, e in cui è quindi particolarmente difficile rispettare la distanza di sicurezza.

Si aggiunga, per completare il quadro, l’enorme difficoltà nel reperire in questi giorni i dispositivi di protezione individuale, quali le mascherine.

Insomma, il servizio svolto dalla colf rappresenta il prototipo dell’attività che sarebbe stato necessario bloccare subito.

Perchè invece se ne consente ancora lo svolgimento?

Perchè il Governo ha deliberatamente deciso di scaricare il problema sui datori di lavoro e sui lavoratori, dandone conferma con questa assurda decisione e prima ancora escludendo i lavoratori domestici dai destinatari degli ammortizzatori sociali.

Insomma, cari datori di lavoro e lavoratori, sbrigatevela voi.

E come se la stanno sbrigando datori di lavoro e lavoratori?
E’ ovvio che in questo periodo stanno per lo più rinunciando alla prestazione lavorativa, prima di tutto per ragioni di sicurezza reciproca, ma anche perchè, stando a casa i datori di lavoro che non possono recarsi al proprio posto di lavoro, possono provvedere autonomamente alle faccende domestiche.

Questa situazione viene gestita nella stragrande maggioranza dei casi con ferie e aspettative, quindi con oneri a carico dei datore di lavoro e del lavoratore, o con il licenziamento.

Un atteggiamento irresponsabile, irrispettoso, pericoloso e perfino controproducente per le casse dello stato; infatti un problema che poteva essere facilmente risolto con uno/due mesi di ammortizzatore sociale, rischia di determinare un gran numero di licenziamenti con conseguenti richieste di naspi e oneri a carico dell’Inps di gran lunga superiori.

Inspiegabile.